Mi chiedi di me.
Sono frammenti di vita
quelli che annoto sul mio diario, adesso.
Il tempo corre
ed io l’osservo impotente,
quasi rassegnato.
Ieri era vivere.
Ma ieri é lontano.
Ti parlerò dell’ adolescenza,
le speranze, i timori, le ansie,
l’amore di mia madre.
E più avanti nel tempo,
ancora speranze, timori,
e ansie più grandi.
I primi sogni di ragazzo:
fiori che si aprono
sugli orli degli abissi.
L’amore di un giorno:
sentirsi immortali.
La delusione di un altro:
sentirsi finito.
Banchi di scuola, allegri compagni,
estati, primavere,
mai autunno, né inverno.
Poi la vita si cristallizza
e tutto intorno si ferma,
il mondo ti sfugge,
leggi inesorabili e crudeli
legano il corpo,
imprigionano lo spirito
e cedo in silenzio
in un pigro mattino d’aprile.
Non aspetto l’estate.
Il tempo si é cristallizzato.
Non mi volto più indietro,
non oso guardare innanzi,
anche rimpianti e speranze
si cristallizzano oggi.
Non domando più niente, non getto sassi nello stagno
Per creare cerchi sino alla riva.
I ricordi della giovinezza sono ormai
perle gettate in un mare senza fondo,
lacrime disperse nel vento d’inverno,
ma attese, speranze, timori,
mai più.